Mamma, mi fai la pasta *fucsia*?”

Mia figlia non è una bambina da pasta all’olio. Pur essendo ancora piuttosto diffidente verso i piatti troppo elaborati, è curiosa, non disdegna le novità e ogni volta che in casa arriva qualche ingrediente strano facciamo a gara a chi lo assaggia per prima.

Un giorno mi ha sorpresa con questa strana richiesta, che all’asilo ne aveva mangiata una “buona, ma di un buono, che, mamma, non puoi capire!”. E poi  il fucsia è anche il suo colore preferito!

Ho pensato, allora, di utilizzare la barbabietola, che ha il fucsia più intenso e meraviglioso che si possa trovare in cucina e di farne un pesto. Anzi due, perché dato il successo che ha avuto, l’ho rifatta, ma ho cambiato la combinazione degli ingredienti con cui ho bilanciato il sapore dolce e terroso della barbabietola, che si sa, se mangio due volte la stessa cosa mi annoio!

Qui a casa sono piaciute entrambe le versioni e la vicenda mi ha dato spunto per scrivere un elogio alla creatività in cucina, che secondo me è il vero nodo, il busillis, l’elemento scriminante nel rapporto che ognuno di noi ha con l’atto del cucinare. Se manca lei, infatti, ai fornelli ci si diverte poco. Se, invece, c’è, la cucina diventa un’attività che fa stare così bene, che non se ne può fare a meno.

Con questo articolo contribuisco al magazine online dell’azienda che produce una delle mia paste preferite.

Per qualsiasi dubbio o domanda, o, se ti fa piacere farmi sapere se il post ti è stato utile, puoi lasciarmi un commento qui sotto. Mi aiuterai a capire come utilizzare al meglio questo blog.

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  1. Tutti possono cucinare (sii creativo!)
  2. I vantaggi della cucina creativa
  3. Come nasce la magia?
  4. Esercizi di creatività: come fare un buon pesto
  5. La ricetta: maccheroni al pesto di barbabietola (i.e. la pasta *fucsia*) 

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1. Tutti possono cucinare (sii creativo!)

L’alta cucina non è una cosa per i pavidi: bisogna avere immaginazione, essere temerari, tentare anche l’impossibile e non permettere a nessuno di porvi dei limiti solo perché siete quello che siete, il vostro unico limite sia il vostro cuore. Quello che dico sempre è vero: chiunque può cucinare, ma solo gli intrepidi possono diventare dei grandi.

Gusteau, dal film Ratatouille

Molti sono convinti che la capacità di cucinare, o almeno di farlo bene, sia un talento naturale, uno speciale “pollice verde”, una sorta di dono, conferito a pochi, fortunati eletti. Ci sarebbero, perciò, due categorie di persone: i predestinati, a cui cucinare viene facile e gli altri, quelli ai quali mettere insieme qualcosa di decente da portare in tavola ogni giorno risulta difficile e faticoso.

Io, però, non sono d’accordo.

Cucinare bene in parte è manualità, che si conquista con nient’altro se non con la pratica, in parte conoscenza di poche, fondamentali, regole, ed in parte – quella più importante- è esercizio di creatività.

Se esistono, allora, due categorie di persone, queste non sono gli eletti e gli sfigati, bensì chi ama cucinare e chi, invece, la voglia di mettersi ai fornelli non riesce proprio a farsela venire, non riuscendo a trovarci dentro né stimoli, né gratificazioni.

In realtà, chi ama cucinare ha semplicemente capito che la cucina può essere un’attività non solo stimolante e gratificante, ma anche liberatoria, capace di metterci in contatto con la nostra parte emotiva, smuovere vibrazioni.

Se si riesce a superare la pigrizia e il timore di sbagliare e ci si lascia andare al fluire del processo creativo, il cervello si spegne e si aziona “la pancia”. L’atto del cucinare, da “dovere”, si trasforma in qualcosa che riempie, rinfranca lo spirito, fa stare bene.

 

2.I vantaggi della cucina creativa

  • Realizzi il piatto che vorresti mangiare

Quando un piatto ci piace vorremo averne ancora e ancora. Perché non tradurre il desiderio in qualcosa di più produttivo? Se riesci a superare la paura di sbagliare e a buttarti, puoi creare tu quel piatto che vorresti mangiare.

  • Metti nel piatto solo ciò che ti fa bene

Se hai voglia di un certo piatto, che tra gli ingredienti annovera qualcosa di cui non hai voglia o che senti che non ti fa bene, ometti, sostituisci, sperimenta, trova il modo di adattare la ricetta a quel che è meglio per te.

  • Utilizzi gli avanzi

Le nostre nonne in questo erano maestre: in cucina non si butta via niente. Far rivivere gli avanzi in maniera creativa non solo permette di non sprecare il cibo, ma è anche un ottimo modo per tagliare i tempi e approntare piatti deliziosi in pochi minuti.

  • Adotti uno stile di vita più salutare e risparmi

Cucinare e preparare con le proprie mani ciò che più piace e fa stare bene è senza alcun dubbio più salutare che mangiare sempre fuori casa o comprare piatti già pronti. Per non parlare del risparmio notevole che comporta.

 

3.Come nasce la magia?

Se decidi di iniziare a cucinare, fallo subito e non cercare scuse. All’inizio ti sembrerà che  stai rubando tempo a qualche altra attività, che, il tempo, tu lo stia, “perdendo”. Pian piano, però, diventerà un’abitudine quotidiana, e, se capirai come innescare la magia, ne sentirai tutti i benefici e non potrai più farne a meno.

Ma com’è che nasce esattamente questa magia?

Iniziare seguendo le ricette altrui, quando ancora non si è pratici, non è una cattiva idea. Affidarsi all’esperienza degli altri serve per costruire quel minimo di basi che ti  aiuteranno ad acquisire sicurezza e ti permetteranno di spiccare il volo.

Un altro buon punto di partenza è la costruzione di una dispensa “furba”, piena di ingredienti versatili e non facilmente deperibili (come pasta, cereali in chicco, legumi, semi e frutta secca, creme di semi e di frutta secca, ma anche conserve, salse, paté, aromi e spezie), pronti per essere utilizzati quando ispirazione chiama.

E poi? E poi materie prime fresche e di stagione, un pizzico di coraggio, un po’ di organizzazione e una buona dose di istinto e personalità. Perché, partendo da quel che hai e scegliendo gli ingredienti in base a quel che ti piace e ciò di cui hai voglia, se metti  da parte la paura di sbagliare, potrai creare qualcosa di unico ed originale.

Ultimo, ma non meno importante, divertiti. Usa meno la testa e più gli altri sensi, assaggia, tocca, annusa e ascolta quello che cucini, che se impari a conoscere il cibo, a dialogarci, a trattarlo come una cosa viva, ti dirà lui come vuole essere cucinato e avrai sempre meno bisogno di ricette.

E ti sorprenderai a cucinare per il puro piacere di farlo.

 

4. Esercizi di creatività: come fare un buon pesto

Un primo, ottimo ed utilissimo modo per iniziare ad esercitare la creatività è la preparazione di pesti di verdure e semi oleaginosi, da utilizzare per condire pasta e cereali in chicco, per le bruschette o come parte del ripieno (di solito per me sono il primo strato) di cicciose e golosissime torte salate.

Ecco le proporzioni:

  • 120-150 g di verdura (basilico, prezzemolo, menta, foglie di sedano, spinaci, borragine, cavolo nero, ciuffi di carote, etc. …)
  • 40-50 g di semi oleaginosi (mandorle, nocciole, pinoli, noci, anacardi, semi di zucca, etc. …) oppure 1-2 cucchiai di burro di semi oleaginosi (burro di mandorle, di anacardi, di arachidi, tahin, etc. …)
  • 10-15 g di olio evo,
  • sale integrale, limone (succo e/o zesta) pepe e spezie q.b.

Il procedimento prevede due varianti: la prima utilizza gli ingredienti a crudo, la seconda, invece, richiede la previa cottura delle verdure utilizzate. La scelta per l’una o per l’altra dipende dal tipo di verdura che si utilizza, che alcune possono essere utilizzate a crudo (anche talune impensabili tipo il cavolo nero, basta privarlo del costolone centrale), altre, invece, devono essere necessariamente cotte prima, o almeno scottate.

Crude, leggermente scottate, oppure completamente cotte (se coriacee) in acqua leggermente salata e poi scolate bene, le verdure vanno messe nel frullatore (oppure nel bicchiere del frullatore a immersione), insieme ai semi e all’olio e frullate fino ad ottenere una crema liscia.

Il composto va poi assaggiato e aggiustato di sale, se insipido, o caratterizzato a piacere, con il succo di mezzo limone se si desidera conferire una nota acida, con la zesta di agrumi per profumare, con pepe o altre spezie per conferire il gusto che si desidera.

 

5. La ricetta: maccheroni al pesto di barbabietola (i.e la pasta *fucsia*?) 

Ed ecco la ricetta del pesto per la pasta fucsia, in due versioni. A me son piaciute entrambe e sono felicissima che entrambe siano state gradite da tutti, soprattutto dall’esigentissimo palato di colei che aveva formulato la richiesta.

Difficoltà: 

Tempo di realizzazione:

  • 15 minuti preparazione
  • 30 minuti per la cottura della barbabietola
  • 15 minuti per la pasta

Ingredienti (per 4 persone):

Per il pesto di barbabietola versione 1:

  • 1 barbabietola di dimensioni medio piccole
  • 50 g di ciuffi di carote (a cui avrai tolto il costolone centrale)
  • 1 Cucchiaio di tahin
  • 10 g di olio evo
  • il succo filtrato di mezzo limone (parti da 1 Cucchiaio e aggiungine ancora se vuoi sentire la nota acida)
  • Sale e pepe q.b.

Per il pesto di barbabietola versione 2:

  • 1 barbabietola di dimensioni medio piccole
  • 50 g di rucola
  • 1 manciata di mandorle
  • l succo filtrato di mezzo limone (parti da 1 Cucchiaio e aggiungine ancora se vuoi sentire la nota acida)
  • 10 g di olio evo
  • Sale e pepe/pepe di Cayenna q.b.

Per la pasta

Per finire

  • 1 manciata di pistacchi (opzionale)

Procedimento:

Inizia con la preparazione del pesto. Quale che sia la versione che intenderai utilizzare, lava la barbabietola e cuocila a vapore con tutta la buccia per una mezz’ora o finché, infilzandola con i rebbi di una forchetta, non risulterà morbida (se hai i minuti contati sbucciala e cuocila a pezzetti: i tempi dovrebbero ridursi di almeno 10 minuti).

Una volta cotta uniscila agli ingredienti della versione scelta (se scegli la versione con i ciuffi di carote abbi cura di eliminare la parte centrale dei ciuffi, che è molto coriacea) e frulla finché non avrai ottenuto una crema liscia. Assaggia, aggiusta di sale, se insipida, e se vuoi conferire una nota acida (cosa che ti consiglio), aggiungi un po’ di succo di limone (parti da 1 Cucchiaio e via via aumenta). Aggiungi un pizzico di pepe o di pepe di Cayenna se ti piace. Metti da parte.

Nel frattempo metti sul fuoco l’acqua per la pasta e salala. Cuoci la pasta per il tempo previsto sulla confezione, scolala e abbi cura di tenere da parte almeno un bicchiere di acqua di cottura. Condisci la pasta con il pesto. Se il composto risulterà troppo asciutto aggiungi un po’ di acqua di cottura (parti con 1/2 mestolo e vai avanti a salire finché il condimento non avrà raggiunto una consistenza cremosa e si amalgamerà perfettamente con la pasta).

Finisci con una manciata di pistacchi tritati grossolanamente.

Buon appetito!