Il “banana bread” credo che sia uno dei dolci più inflazionati dell’Instagram. Se ne vedono così tanti e in così tante versioni che lo volevo fare da sempre, ma, chissà perché, non l’avevo ancora fatto. L’occasione si è presentata quando mi sono ritrovata in casa 3 banane che fuori erano più nere che gialle, ma per fortuna ancora piuttosto sode, che mia mamma mi aveva infilato nello zaino mentre caricavamo la macchina, per tornare, da L’Aquila (la mia città natale), a Milano.

Eh già, perché di pancia le banane mi piacciono assai, di testa un po’ meno, perché vengono da paesi lontani, con tutto ciò che questo comporta, e perché, anche se le compro biologiche, non sono ancora riuscita a capire se si possa stare veramente tranquilli. Inoltre, se vogliamo vivere in armonia con la natura e i suoi cicli, essendo un frutto tropicale, forse in inverno non sono proprio un frutta da mangiare abitualmente  (come macrobiotica insegna). Quindi, insomma, ecco, vivo un piccolo conflitto interiore che risolvo col compromesso che in inverno ne faccio a meno tranquillamente e l’estate cedo senza ritegno (cosa sarebbero le estati senza “nana-ice cream”??? [sai di cosa parlo vero?]).

Ecco la ricetta, che ho adattato da quella che spopola di Francesca di The Blue Bird Kitchen e quella dei mitici Green Kitchen.

Grado di difficoltà:  

Tempo di realizzazione:

  • Preparazione: 15 minuti
  • Cottura: 45-65 minuti

Ingredienti:

  • 2 banane mature (3 se ne vuoi mettere 1 a decorare la superficie, come ho fatto io)
  • 100 g di farina di farro* macinata a pietra (io Floriddia)
  • 100 g di mandorle ridotte a farina
  • 1 cucchiaio abbondante di cacao
  • 1/2 bustina di polvere lievitante biologica
  • 120 g (ma secondo me puoi scendere tranquillamente a 100, se le banane sono molto mature come lo erano le mie) di sciroppo d’acero oppure miele**
  • 60 g di olio evo dal gusto leggero** *(io uso il blend 1855 di Serilli che prendo su ammuina.org, che non si sente assolutamente)
  • 15 g di latte di mandorle (oppure altro latte vegetale o acqua)
  • 1 uovo
  • 1 punta di polvere di vaniglia
  • 1 pizzico di sale

Procedimento:

Accendi il forno in modalità statica a 180° C.

Olia e cospargi di cacao il fondo e i bordi di uno stampo da plum cake medio-piccolo, oppure bagna un po’ il fondo e coprilo con un foglio di carta forno compostabile.

Riduci le mandorle a farina con un frullatore (per evitare si scaldi troppo, preleva un pugnetto di farina dalla dose che avrai preparato e usa la funzione ad impulsi; se non la hai fermati ogni tanto). Non è necessario ottenere una consistenza sottile sottile: se non ti disturbano al palato (io sono una a cui piace!), lascia pure qualche pezzo di mandorla più grosso.

Setaccia la farina, le mandorle, il lievito, il cacao, la polvere di vaniglia e il pizzico di sale e metti da parte.

Con un frullatore ad immersione emulsiona il latte vegetale (oppure l’acqua) e l’uovo e poi monta leggermente versando l’olio evo a filo (non è proprio una maionese, ma la ricorda vagamente). Aggiungi lo sciroppo d’acero (oppure il miele, oppure un po’ e un po’).

Schiaccia le due banane con i rebbi di una forchetta.

Ora unisci gli ingredienti solidi a quelli liquidi e farli amalgamare senza lavorare troppo il composto.

Versa nello stampo e se vuoi decorarla come ho fatto io prendi una terza banana, tagliala a metà e disponila sulla superficie con l’interno rivolto verso l’alto.

Inforna nel ripiano centrale lasciando cuocere a 180 °C statico per almeno 45 minuti. Trascorso questo tempo fai la prova stecchino.

Nel mio forno, perché lo stecchino non uscisse proprio bagnato ho dovuto aspettare 60 minuti + 10 solo sotto (ma questo è un difetto del mio forno, per cui con le torte devo farlo sempre). Come confermatomi da molti nei commenti al mio post su Instagram, il dolce rimane umido (è per via della banana), per cui lo stecchino non verrà mai fuori proprio asciutto asciutto. Dopo 45 minuti, però, nel mio venivano fuori proprio i pezzettini, per cui ho capito che non era ora. Prolungando la cottura dentro è venuto perfetto, consistente e piacevolmente umido. Prossima volta magari negli ultimi minuti lo copro, in modo da non farlo venire così “abbronzato” (come mi ha detto una ragazza carinissima nei commenti al post!) :-)!

Precisazioni:

* Per una versione senza glutine si può sostituire questa farina con pari dose di farina di grano saraceno oppure mandorle ridotte a farina.

**Con questa dose di sciroppo d’acero e delle banane mature come le mie il dolce è piacevolmente dolce. Per i palati di casa (avvezzi a ben altri livelli di dolcezza) era perfetto. Per me avrebbe potuto anche essere meno dolce. Per cui non ho paura di dire, che se siete tra i palati più abituati al “non dolce”, potete tranquillamente scendere a 100 g (forse addirittura 80). Se ci provate mi fate sapere? Io se provo aggiorno.

***Ho trasformato la dose originaria di 75 g di burro di Francesca con 60 g di olio evo + 15 di latte di mandorla, perché il burro contiene circa l’80% di grasso e il 20% di acqua. Se il dolce non ha l’uovo, di solito faccio proprio una maionese veg con latte di soia o mandorla e olio versato a filo. Questa volta ho sfruttato la presenza dell’uovo e il risultato è stato davvero soddisfacente.